APITURISMO
Un’esperienza profonda nella vita delle api e dell’apicoltura
Benvenuti nell’affascinante mondo delle api, dove la magia della natura si fonde con l’eccellenza dell’apicoltura. Il turismo rurale assume un significato completamente nuovo mentre viaggiate attraverso gli alveari, immergendovi nell’universo operoso delle api e nella creazione del dolce nettare dorato del miele e degli altri prodotti dell’alveare polline, propoli, cera, pappa reale.
Scoprirete l’essenza di questa pratica millenaria, non solo osservando le api al lavoro ma anche partecipando attivamente alle esperienze che definiscono l’apicoltura moderna. Viaggiate attraverso i profumi dei mieli, compreso l’incantevole danza delle api mentre raccolgono il nettare dai fiori e il laborioso lavoro delle api operaie nelle arnie.
L’apiturismo è molto più di un semplice viaggio. È un’occasione per abbracciare la consapevolezza sull’importanza vitale delle api per il nostro ecosistema e per l’agricoltura stessa. Attraverso attività coinvolgenti e didattiche, come laboratori di analisi sensoriale del miele, sessioni di degustazione e la scoperta dei molteplici usi del miele, del polline e di tutti i prodotti dell’alveare, avrete l’opportunità di connettervi profondamente con il mondo delle api.
Non ci fermiamo qui. Il nostro impegno non è solo nell’offrire un’esperienza unica, ma nel promuovere attivamente la salvaguardia delle api e dell’ambiente. La crisi che le api affrontano richiede azioni concrete, ed è per questo che abbiamo abbracciato l’apicoltura come missione. Siamo impegnati a creare un’economia sostenibile e solidale che ridefinisce il concetto stesso di fare impresa. Ci dedichiamo a promuovere il nostro territorio attraverso pratiche di lavoro incentrate sulla tutela e la valorizzazione dell’ambiente. Ogni azione che intraprendiamo è finalizzata a preservare la biodiversità, consapevoli del ruolo imprescindibile che l’apicoltura svolge nell’ecosistema.
Attraverso l’apiturismo, non solo condivideremo la meraviglia delle api e del miele, ma anche la nostra visione di un futuro sostenibile. Unisciti a noi nel viaggio per proteggere le api, l’ambiente e promuovere la bellezza della biodiversità che ci circonda.
APIARIO
DEL BENESSERE
APRICUS
Abbiamo cercato a lungo il posto perfetto ed alla fine l’abbiamo trovato a casa. Aprigliano è un paese ricco di biodiversità e privo di fonti inquinanti e coltivazioni intensive lo definiamo il paradiso delle api. Di recente abbiamo acquisito anche un antico Palmento appartenuto a Don Vincenzo Cosentini, il più antico apicoltore di Aprigliano nato nel 1873.
Don Vincenzo Cosentini soprannominato Don Vicianzu u Zuccararu (per il suo dolce lavoro), dopo essere emigrato in America ritornò ad Aprigliano dove intraprese l’attività di apicoltura.
Il laboratorio di smielatura lo fece all’interno di un fabbricato speciale, un Palmento (Vasca di fermentazione usata in epoca romana per fare il vino). La peculiarità di questa struttura storica risiede proprio nella sua doppia funzione: oltre ad ospitare la produzione vinicola, Don Vicianzu la riadattò in modo che potesse custodire alveari al suo interno. Aveva creato delle nicchie nei muri che ospitavano gli alveari ed attraverso dei fori le api potevano liberamente entrare ed uscire dal Palmento, aveva creato il primo apiario del benessere al mondo.
Questo fabbricato agricolo, testimonianza di un’epoca passata, è attualmente al centro di un ambizioso progetto di restauro. La sua rinascita non è soltanto un tentativo di riscoprire le nostre radici, ma mira a trasformare questo luogo unico in un’esperienza immersiva per i visitatori. La fase di ristrutturazione è già iniziata con l’obiettivo di preservare l’autenticità dell’edificio, mantenendo intatte le caratteristiche che lo rendono così speciale. Tuttavia, il vero intento di questo restauro va oltre la mera conservazione dell’architettura: si punta a trasformare il Palmento in uno spazio accogliente per gli ospiti, offrendo loro la possibilità di vivere esperienze sensoriali uniche.
Il progetto di trasformare il Palmento di Don Vicianzu u Zuccararu in un luogo d’incontro per gli amanti della natura, dell’enogastronomia e della storia locale è la speranza che questo sito restaurato diventi un’icona della conservazione del patrimonio storico e un’oasi di conoscenza e piacere per i visitatori di oggi e di domani. La rinascita di questa struttura antica è un esempio tangibile di come il passato possa connettersi con il presente, offrendo esperienze significative che valorizzano la storia e la bellezza della natura.
Tra le attività progettate, ci sarà l'”Apisound“, un’esperienza dove i visitatori potranno immergersi nei suoni rilassanti e rassicuranti delle api, creando un’armonia con la natura che circonda questo luogo affascinante e beneficiare del ronzio delle api che favorisce il rilassamento e la meditazione, un’azione di relax in sintonia con il suono della natura.
Apiaroma basata sull’utilizzo degli oli essenziali estratti da piante e erbe aromatiche, combinati con i prodotti delle api, propoli cera e miele, per favorire il benessere e la salute sia fisica che mentale. Gli oli essenziali hanno diverse proprietà terapeutiche, con effetti calmanti, energizzanti, antinfiammatori, antimicrobici e rilassanti.
Inoltre, sarà possibile partecipare a sessioni di “Api-pet-didattica”, un’occasione educativa per imparare l’importanza delle api nell’ecosistema e nell’agricoltura.
Ma le esperienze non si fermano qui: i percorsi enogastronomici al miele rappresentano un’altra attrattiva di questo luogo incantevole. I visitatori avranno l’opportunità di degustare prelibatezze culinarie preparate da Aiko con il nostro miele, scoprendo nuovi sapori e apprezzando il legame tra natura e gastronomia.
TERROIR
Aprigliano è un piccolo borgo, sorto fra le sorgenti del Fiume Crati, la cui storia affonda le radici al periodo preromano. Aprigliano, originariamente chiamato Apricus, trae il suo nome dalla parola latina che significa “esposto al sole”. Abbiamo scelto con cura il nome Apricus per la nostra azienda, desiderando collegare il suo significato non solo al nostro Paese, ma anche agli effetti positivi derivanti dalla sua esposizione al sole, in termini di salute e benessere.
Il territorio di Aprigliano, ricco di bellezze naturali, è intriso di un passato leggendario che ancora oggi si manifesta attraverso le sue antiche strutture e la bellezza paesaggistica e conserva intatta la sua importanza strategica
Le origini di Aprigliano probabilmente abitata in tempi antichissimi dall’antico popolo che diede il nome all’Italia gli italici 10° e l’8° secolo a.C. che furono i primi ad entrare in contatto con i Greci quando arrivarono in Calabria. Quando arrivarono i romani usarono questa postazione come punto di controllo sul tratto settentrionale della Calabria dell’antica via Popilia e la via del Fiume Crati che portava all’altopiano Silano. L’importanza strategica che doveva avere Aprigliano per i romani si intuisce dalla toponomastica da cui si risale alle funzioni e l’organizzazione sociale delle diverse frazioni del tempo. Vico che è la “porta accesso”, punto in cui bisogna passare da uno stretto Canyon dove ci sono tre ponti e un chiesa. Particolarmente evocativo è il nome della frazione “Agosto” probabilmente il centro abitato più antico, associato a Cesare Augusto, suggerisce una connessione diretta con l’Impero Romano. L’origine del nome della frazione Corte, si riferisce alla coorte romana, un’unità militare composta da 480 soldati nell’esercito romano, ne rivela l’importanza strategica. Guarno, chiaramente indicante una “guarnigione”, e Grupa, che è il punto alto o il “groppo” del paese, indica un’antica vedetta da cui si gode di un panorama bellissimo sull’intera valle del F. Crati verso Nord Est e nella valle del F. Savuto a Sud Ovest da dove nelle giornate limpide è possibile vedere il mare.
Le frazioni sono disposte in una configurazione a fortificazione da cui è possibile un controllo strategico sull’antica via Popilia, tracciata lungo le valli dei fiumi Savuto e Crati. Questa posizione privilegiata ha consentito di sorvegliare il territorio senza essere avvistati, garantendo al contempo la supervisione delle vie di comunicazione principali verso la Sila e la parte superiore del fiume Crati verso la Sila. Le chiese di Aprigliano occupano in punti strategici da dove è possibile controllare la valle. La Chiesa di Porto Salvo, chiesa San Demetrio, chiesa di Santo Stefano, Chiesa di San Leonardo, chiesa di S. Maria, Chiesa delle Timpe e la Chiesa dell’Immacolata, chiesa di Santa Lucia, chiesa di Santa Maria delle Grazie, tutte disposte lungo la valle, occupano posizioni strategiche che fungevano da punti di osservazione chiave. Le chiese furono costruite successivamente in quei punti privilegiati da cui le vedette potevano monitorare chiunque intendesse risalire il Fiume Crati.
La convergenza di storia millenaria, contesto naturale e tradizioni locali si riflette in maniera tangibile nei sapori e nelle caratteristiche sensoriali di ogni goccia di miele prodotta in questo posto.
Il percorso suggerito è un’escursione di 8 km che può essere completata in circa 4 ore, con un dislivello totale di 400 metri, difficoltà “escursionistica” (E).
Arrivate in treno e scendete alla stazione della Calabro Lucana di Aprigliano, da Frazione Vico, si inizia subito in salita risalendo a vista all’interno di questo borgo molto caratteristico e semi-abbandonato a causa di una enorme frana su cui è sorto il paese. Dopo aver lasciato Vico, continua la salita attraverso una stradina bianca fino alla frazione Petrone, raggiungendo la Chiesa di Santa Lucia e da qui su una strada in cemento molto ripida si risale fino a Guarno. Nella piazzetta di Guarno c’è l’unico bar del paese e una fontana, dove è possibile fermarsi per un caffè e due chiacchiere con la gente del posto.
L’ultima scalinata che porta alla frazione Santo Stefano passando per la casa di Duonnu Pantu da qui inizia la discesa verso Corte. Da Corte, un’altra frazione semi-disabitata molto caratteristica, con tutte le case attaccate l’una all’altra, sembra un presepe. Da qui si prende la strada che porta alla chiesa della Ponta. Lungo il sentiero, passerete dall’apiario Apricus, dove sarà possibile vedere le api e degustare il miele.
Arrivate al ponte romano La Ponta e prendente il sentiero che ridiscende il fiume fino alla frazione Agosto, altro borgo quasi fantasma. Da qui si riprende il sentiero che riporta alla stazione di Vico.
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